Clean Beauty e prodotti clean

Pubblicato da cosmetimag il

clean beauty

Il trend della clean beauty è stato uno dei più popolari dell’ultimo anno e ne sentiremo parlare ancora per molto. Vediamo di cosa si tratta.

Cos'è la clean beauty

Il movimento clean beauty è nato come fratello del popolare clean eating , il movimento alimentare che sceglie il clean food,  ovvero i cibi sani, poco processati, genuini e privi di additivi per la propria alimentazione. Questi concetti sono stati ripresi dal movimento clean beauty, che ha come punti chiave la sicurezza, la sostenibilità, la trasparenza, e l’essenzialità.

Siccome non è un concetto regolato dagli organi competenti e non esiste una definizione ufficiale di clean beauty, ogni azienda può interpretarlo in modo diverso, proponendo prodotti clean molto diversi tra loro. Vediamo punto per punto come i concetti chiave della clean beauty sono stati trasferiti nei prodotti finiti.

I punti chiave della clean beauty

Sicurezza

Nella clean beauty il concetto di sicurezza ha più sfaccettature:

sicuro = privo di sostanze “nocive”: sappiamo bene che nessuna materia prima ad uso cosmetico può essere tossica o dannosa, ma il movimento clean presta attenzioni particolari a questo aspetto. Nei prodotti clean troveremo materie prime considerate storicamente sicure oppure materie prime nuove che abbiano superato severi test sulla loro sicurezza. Inoltre, a scopo precauzionale, non vengono utilizzate sostanze che, seppur ingiustamente, abbiano una cattiva reputazione, come ad esempio i parabeni, i solfati, la formaldeide, le etanolamine, gli oli minerali, alcuni filtri solari, i profumi ecc.. Questa lista negativa di sostanze da evitare nei cosmetici clean si ricollega al trend del claim “free-from“, che ha contribuito ad alimentare la cattiva reputazione di alcuni ingredienti, rinforzando nel consumatore l’idea che alcune sostanze utilizzate nei cosmetici possano essere dannose per la salute, o indesiderabili. Per evitare di confondere il consumatore con claim fuorvianti l’Europa nel 2017, tramite il Technical Document on Cosmetic Claim ha fatto chiarezza sull’utilizzo del claim “free-from” o “senza”.

sicuro = rispettoso per la pelle: per ottenere formule di questo tipo vengono inserite sostanze con basso potenziale irritante, che proteggono la barriera cutanea o che hanno effetti positivi. Ad esempio:
–  i siliconi (poiché inerti ed altamente tollerabili)
vitamine e minerali
– sostanze emollienti (olio di argan, olio di jojoba, burro di karitè…)
– estratti vegetali della tradizione (rosmarino, camomilla, salvia, rosa canina…).
– sostanze lenitive (gel d’aloe, calendula, estratto di avena…)
tensioattivi ed emulsionanti delicati (betaine, derivati siliconici, lecitina..) ecc..

Sostenibilità ed etica

L’azienda che interpreta il concetto di clean come di environmental-friendly ed etico controlla:
–  processo di produzione:  sarà ottimizzato per la riduzione di sprechi e di uso di acqua ed energia
materie prime e formula: vengono utilizzate materie prime altamente biodegradabili (nella maggior parte dei casi di origine naturale) prodotte in modo etico.  Difficilmente invece troveremo olio di cocco o di palma ottenuti da coltivazioni ad alto impatto ambientale.
packaging: il packaging è ridotto al minimo ed è differenziabile o riciclato

Trasparenza

Le aziende che puntano sulla trasparenza mettono in chiaro la scelta formulativa e i criteri di scelta delle materie prime. L’etichettatura, il marketing e la comunicazione sono chiari e precisi. Ad esempio alcune aziende specificano nelle etichette l’origine di un ingrediente (se naturale, da agricoltura biologica ecc…) o la sua funzione.

Essenzialità e semplicità

Ovvero meno = meglio. I cosmetici prodotti rispettando questo principio hanno solitamente formule semplici, una lista ingredienti breve e non contengono materie prime considerate superflue. Non troveremo quindi coloranti, profumi, glitter, additivi. Anche in questo caso torna il concetto di cosmesi del “senza”. Per ridurre al minimo il numero di ingredienti di un cosmetico i formulatori ricorrono a materie prime “multitasking”, che abbiano più proprietà.


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